14_NEU ENTDECKT-c-Wolfgang_Lackner_TLM

Il museo Ferdinandeum di Innsbruck ha aperto al pubblico quattro nuove sale che presentano alcuni tesori del Medioevo e del Rinascimento.
Infatti, con la conclusione del trasloco delle collezioni dei musei tirolesi nel nuovo deposito e centro di ricerca di Hall in Tirol, alcuni spazi del Ferdinandeum, finora utilizzati da un équipe di restauratori per il restauro e l’imballo delle opere, sono stati adibiti a sale espositive. Così il pubblico, da novembre 2018, può ammirare alcuni capolavori finora conservati in deposito, come la coppa degli Artuqidi. Ecco in breve quello che la nuova sezione del museo offre.

Dieci suore in preghiera, parte di un trittico, Daniel Mauch e bottega, 1505/10 circa. Opera in mostra al Ferdinandeum, Foto © TLM

Dieci suore in preghiera, parte di un trittico, Daniel Mauch e bottega, 1505/10 circa. Opera in mostra al Ferdinandeum, Foto © TLM

Opere di nuovo in mostra dopo cento anni

Le nuove sale sono curate da Peter Scholz, responsabile della collezione di arte antica del Ferdinandeum.
Al primo piano del Ferdinandeum sono ora aperte al pubblico tre stanze con opere dell’Alto Medioevo e del Rinascimento. Nella quarta sala si possono ammirare per la prima volta dopo cento anni, opere italiane del XVI e XVII secolo.
In tutto si parla di un centinaio tra dipinti, sculture, piccoli oggetti e opere di artigianato, provenienti dall’area alpina fino a quella bizantina.

Uno sguardo nelle nuove sale espositive del Ferdinandeum, Foto © TLM / Wolfgang Lackner

Uno sguardo nelle nuove sale espositive del Ferdinandeum, Foto © TLM / Wolfgang Lackner

Dipinti, sculture e….

Tra le altre opere esposte possiamo citare gli altari di avorio da casa o da viaggio del XV secolo della bottega di Embriachi. L’altorilievo del XVI secolo con dieci suore in preghiera dello scultore Daniel Mauch, della scuola di Ulm. L’opera è una delle ante laterali di un altare polittico. L’altra anta, rappresentante dodici ecclesiastici, si trova nelle collezioni del Louvre.

I pezzi preferiti dei bambini

Alcuni oggetti in esposizione sono i preferiti dei piccoli visitatori, come, ad esempio, un cammello del XIV secolo; oppure un acquamanile, un vaso in uso nel Medioevo per versare l’acqua sulle mani prima e dopo i pasti, a forma di leone.

Cammello di bronzo, in mostra al Ferdinandeum, Foto © TLM / Wolfgang Lackner

Cammello di bronzo, in mostra al Ferdinandeum, Foto © TLM / Wolfgang Lackner

Pittura: da Cranach a Palma il Giovane

Per quando riguarda i dipinti si trovano esposti, oltre a opere di pittori conosciuti come Lucas Cranach, interessanti opere del tardo XV e XVI secolo. Molte di esse hanno un passato misterioso e forse essendo ora visibili nell’esposizione permanente del museo, attireranno l’attenzione di studiosi.
Tra le opere italiane, si trovano un crocefisso dorato di Guglielmo della Porta (1500-1577) e un ritratto di doge di Palma il Giovane (circa 1548 – 1628) che con la sua viva resa psicologica del soggetto, caratterizza un nuovo tipo di ritrattistica dei dogi.

Sala dedicata alla pittura italiana al Ferdinandeum, a sinistra ritratto di doge di Palma il Giovane, Foto © TLM / Wolfgang Lackner

Sala dedicata alla pittura italiana al Ferdinandeum, a sinistra ritratto di doge di Palma il Giovane, Foto © TLM / Wolfgang Lackner

La coppa degli Artuqidi

Il pezzo più prezioso è però l’ ‘Artuqidenschale’, che può essere tradotta ‘coppa degli Artuqidi’.
Deve il suo nome agli Artuqidi, una dinastia di turchi Oghuz che dominò l’Anatolia orientale e il nord della Siria e dell’Iraq nell’XI e XII secolo.
È una coppa di rame smaltata, creata nella prima metà del XII secolo a Bisanzio. Si tratta di un oggetto molto raro, poichè in tutto il mondo se ne contano appena una dozzina. Una di esse è nelle collezioni del Metropolitan Museum of Art di New York.

La coppa degli Artuqidi (XII sec.) in mostra al Ferdinandeum, Foto © TLM

La coppa degli Artuqidi (XII sec.) in mostra al Ferdinandeum, Foto © TLM

L’Artuqidenschale: Da Bisanzio al Tirolo

La prima domanda che sorge spontanea è: Come mai un’opera bizantina si trova nelle collezioni del Ferdinandeum, che nasce come museo di arte tirolese?
La coppa è ‘finita’ nelle collezioni nel 1824, in cambio di una quota associativa al museo. È stato uno scambio molto vantaggioso, poichè essa conta tra i pezzi più importanti della collezione del Ferdinandeum. Con questa acquisizione, solo un’anno dopo la fondazione del museo, si rivoluziona l’idea fondante del Ferdinandeum, cioè quella di collezionare solamente pezzi tirolesi.

Alessandro Magno, dettaglio della coppa degli Artuqidi (XII sec.) in mostra al Ferdinandeum, Foto © TLM

Alessandro Magno, dettaglio della coppa degli Artuqidi (XII sec.) in mostra al Ferdinandeum, Foto © TLM

Tutto ruota intorno ad Alessandro il Grande

Al centro si trova un medaglione che ritrae la salita in cielo di Alessandro il Grande. Il re e conquistatore macedone, ritratto frontalmente e in una composizione simmetrica, convince due grifoni a far alzare in volo il carro su cui è seduto, con delle esche.
Negli altri medaglioni sono raffigurati animali e uccelli, simboli di potere e forza. Si trovano inoltre danzatrici, musici, un coppiere, un lottatore e un gruppo di acrobati. Queste figure si riferiscono alla vita di corte tra musica, danza, vino e gare sportive.
Intorno al bordo interno della coppa, corre una scritta in arabo, che però resta di difficile decifrazione. Quel che si sa, è che ci sono indicazioni sul primo propretario della coppa, Rukn ad-Daula Daud degli Artequidi.

Gruppo di acrobati, dettaglio della coppa degli Artuqidi (XII sec.) in mostra al Ferdinandeum, Foto © TLM

Gruppo di acrobati, dettaglio della coppa degli Artuqidi (XII sec.) in mostra al Ferdinandeum, Foto © TLM

L’Artuqidenschale: Una tecnica speciale

La coppa degli Artuqidi è di rame smaltato a diversi colori. La tecnica per la realizzazione di questi manufatti prevede di delimitare le aree di colori diversi con delle stanghette metalliche, piegate nella forma voluta e saldate al supporto. Queste piccole aree vengono riempite con polvere di vetro colorata, che viene poi sciolta. Anche questa tecnica speciale rende la coppa così preziosa. Infatti si tratta del manufatto smaltato più grande del Medioevo orientale.

A voi il piacere di scoprire gli altri tesori in esposizione, passeggiando tra le sale del museo!

Danzatrice, dettaglio della coppa degli Artuqidi (XII sec.) in mostra al Ferdinandeum, Foto © TLM

Danzatrice, dettaglio della coppa degli Artuqidi (XII sec.) in mostra al Ferdinandeum, Foto © TLM

Informazioni utili

Museo Ferdinandeum
Museumstraße 15, Innsbruck

Orari
Aperto da martedì a domenica, dalle 9 alle 17

Biglietti
intero 11 euro
ridotto 8 euro
gratuito fino a 19 anni, con la Innsbruck Card, Kulturpass Tirol e il Freizeitticket Tirol

Articoli simili